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Scienze
dall’onda J. La sua presenza è tran-
sitoria e tende a scomparire nel giro
di circa un’ora, per cui può essere
considerata un segno iperacuto
della sindrome. Anche la presen-
za dell’onda Q è transitoria: essa
è rara e descritta prevalentemente
nelle derivazioni V1-V4; persiste in
meno del 10% dei casi
2
.
Il tratto ST è stato il primo reperto
elettrocardiografico preso in con-
siderazione nei pazienti con tale
patologia, tanto che si riteneva che
la maggior parte dei pazienti con
sindrome di Takotsubo presentasse-
ro un’elevazione del tratto ST, senza
cambiamenti nelle derivazioni reci-
proche. Diversi studi come quello
condotto da Capucci et al.
1
hanno
tuttavia riscontrato che tale aspet-
to è presente in solo circa il 40%
dei pazienti affetti dalla sindrome,
mentre sembrerebbe che reperti più
frequenti siano, almeno nella popo-
lazione caucasica, la depressione
del tratto ST e/o l’onda T invertita.
Secondo alcuni tale eterogeneità
di presentazione può anche esse-
re legata all’evoluzione temporale
dell’ECG.
Mitsuma et al.
9
hanno infatti descrit-
to quattro fasi elettrocardiografiche:
Fase 1 (immediatamente dopo l’in-
sorgenza dei sintomi): elevazione
tratto ST
Fase 2 (giorno 1 a giorno 3): inver-
sione dell’onda T
Fase 3 (giorno 2 a giorno 6): norma-
lizzazione progressive dell’onda T
Fase 4 (da una settimana a due
mesi): comparsa di onde T invertite
giganti e prolungamento del QT.
Come descritto qui sopra, l’onda
T invertita rappresenta un reperto
ECGgrafico iniziale comune, se
non addirittura il più comune nei
pazienti caucasici. Coinvolge più
frequentemente le derivazioni da V2
a V6 e meno frequentemente DI, DII,
AvL ed aVR. Solitamente l’ampiezza
dell’onda T invertita è maggiore di
quella che si riscontra nel pazien-
te con sindrome coronarica acuta,
tanto che si può arrivare a parlare
di onde T invertite giganti, che, in
assenza della depressione del tratto
ST si riscontra anche in pazienti con
emorragia cerebrale, permettendo
di ipotizzare un collegamento tra
i pazienti con Takotsubo e iperatti-
vazione adrenergica
2
. L’inversione
dell’onda T sembra presentarsi in
una prima fase, tra il giorno 1 e il
giorno 3 per poi normalizzarsi fino
ad una nuova inversione che com-
pare nel periodo variabile tra una
settimana e due mesi dopo l’insor-
genza dei sintomi
8
.
Infine, per quel che riguarda il tratto
QT, esso risulta prolungato seconda-
riamente ad un aumentato tempo di
ripolarizzazione ventricolare nelle
fasi acute e subacute della patolo-
gia. Tale reperto può permanere fino
ad addirittura 6 mesi dopo l’evento
acuto e la normalizzazione sia degli
enzimi cardiaci che della funzione
cardiaca
2
.
Presentazione atipica
della sindrome di Takotsubo
all’ECG: disturbi del sistema
di conduzione
Sono, in letteratura
5,6
, descritti casi
in cui la sindrome di Takotsubo si
presenta con disturbi del sistema di
conduzione rilevati all’ECG, quali
blocchi atrioventricolari di grado
avanzato. I meccanismi fisiopatolo-
gici che porterebbero all’insorgen-
za di tali disturbi non sono del tut-
to chiariti, ma diverse ipotesi sono
state proposte. Un’ipotesi è che, a
seguito della discinesia del ventrico-
lo sinistro, si sviluppi una riduzione
dell’apporto di sangue al sistema di
conduzione. Una seconda ipotesi
descrive come l’incremento del livel-
lo di catecolamine circolanti possa
portare a vasospasmo coronarico
con conseguente riduzione dell’ap-
porto di sangue al sistema di condu-
zione. Infine, è stato proposto che la
continua ischemia possa condurre a
fibrosi del pathway e conseguente-
mente blocco atrioventricolare
6
.
Il trattamento del blocco atrioventri-
colare di terzo grado associato alla
sindrome di Takotsubo rappresenta
un’importante quesito; sembrerebbe
che il disturbo di conduzione tenda
a permanere anche dopo il ripristino
della funzione ventricolare sinistra,
motivo per cui è consigliabile ricor-
rere all’impianto di pacemaker
5
.
Caso clinico
In seguito ad un incidente strada-
le, una donna di 65 anni si reca in
Pronto Soccorso per la comparsa
di dolore toracico riferito in sede
retrosternale ed irradiato al giugu-
lo. Tale sintomatologia è descritta
associata a cardiopalmo e dispnea
lieve. La donna non presenta prece-
denti cardiovascolari degni di nota.
Tra i fattori di rischio cardiovasco-
lari si annoverano la familiarità per
cardiopatia ischemica, abitudine
tabagica ed ipertensione arteriosa.
All’ingresso in PS la paziente è vi-
Fig. 3 - Aspetti ECGgrafici tipici della Takotsubo. a) sottoslivellamento del tratto PR. b) onda J. c)
Onda Q transitoria (tendenzialmente scompare nell’arco di 48 ore). d) Sopraslivellamento del
tratto ST. e) T invertita gigante. f) QT lungo