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I Campanacciani - Volume 6

PREFAZIONE
Michele Cavo, Pier Luigi Zinzani, Giovanni Danieli

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Questo è il sesto volume che la Scuola campanacciana produce con due finalità, conservare la memoria di un grande Maestro unitamente a quella di uno straordinario coacervo di Persone affini per pensieri e comportamenti, trasferire da una generazione ad un'altra i valori che l’hanno guidata.

L’Antologia ha raccontato nei primi tre volumi la storia della per noi mitica Patologia medica di Bologna degli anni 50-60 dove un Direttore illuminato, consapevole che una sola persona non poteva insegnare tutto e curare tutti, inviò prestigiosi Allievi in istituzioni mediche di alto valore clinico e scientifico e, con i loro innovativi contributi, riedificò l’istituto che gli era stato affidato, trasformandolo in un ante litteram Dipartimento poli-disciplinare e pluri-assistenziale.

Poi ci siamo rivolti ai Rami della Scuola e nel quarto volume ci siamo interessati dei Campanacciani nelle Marche ed in particolare dei rami di secondo ordine costruiti in loco da Altilia, Capucci, Danieli, Giro, Lucarelli, Mioli, Miti, mentre nel quinto abbiamo ricordato nel decennale della sua scomparsa Vittorio Bonomini e la sua Scuola.

Il sesto capitolo si apre alla storia del Ramo ematologico guidato ieri come oggi da Sante Tura, un docente straordinario per ingegno, lungimiranza, passione ed energia che hanno fatto di lui un Maestro difficilmente eguagliabile.

Maestro ancor oggi? Sì, oggi e domani, maestri finché ci saranno personaggi in grado di attrarre a sé giovani talentuosi, assicurare ambienti idonei al loro sviluppo ed offrire quotidianamente un modello di uomo, di medico e di scienziato che potranno tramettere ai loro Collaboratori.

Così nascono una Scuola e il desiderio di raccontarla.

Un racconto diviso in due parti, la prima dedicata alle origini dell’Ematologia in Patologia medica all’ombra di quel grande Albero che fu Domenico Campanacci, poi al suo sviluppo crescita progressiva in un ambiente provvisorio che non attenuò anzi stimolò ancor più l’entusiasmo dei giovani Collaboratori fino all’affermazione definitiva e in continua evoluzione dell’Istituto L. e A. Seràgnoli. I Rami, tanti Seràgnoli in miniatura, occupano la seconda parte del volume, sono descritti da Collaboratori che ne facevano parte e riproducono il modello da cui sono derivati; sono rami diffusi, da ricoprire buona parte del territorio nazionale, e lunghi, affacciandosi anche oltreoceano.

Un ringraziamento va agli Autori per l’immediata disponibilità e per l’impegno profuso, che confermano come non si sia mai affievolito nel tempo il loro attaccamento al Maestro né mai rescisso il legame alla Casa madre da cui provengono.

E questo delinea una Scuola.

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